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Ê a questa metafisica del timbro, solo intravista da Schoenberg, a questo al di là sonoro che aspira Webern, natura molto religiosa. Ma per la stessa inclinazione, egli rarefa la sua arte, che vuole sempre più immateriale. Sgrana alcune note solitarie, alcuni accordi separati da silenzi enigmatici, di cui non sappiamo più se ci angosciano o ci esasperano. Regola la sua scala sonora su dei pianissimi infinitesimali, ai limiti dell'udibile. Questa musica è ad ogni istante sul punto di dissolversi in un ideale di purezza, di disincarnazione che raggiunge l'ineffabile dei grandi mistici. (it) |