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Déjà Vu di Tony Scott, in parte storia d'amore, in parte spazzatura sul tema della curva spaziotemporale, si posiziona tra le pellicole più contenute del regista: ci sono relativamente poche esplosioni, e il folle montaggio a mosaico a cui Scott è generalmente così affezionato è stato ridotto almeno un pochino. Ma quando si tratta di dare un senso alla trama, ecco che una semplice sospensione dell'incredulità – uno strumento pratico e attivabile a comando che permette di sospendere il giudizio e godere di un lavoro immaginario non plausibile – non riesce a fare il trucco. (it) |